Fondazione Ezio Galiano

Ezio Galiano - breve biografia

foto di Ezio Galiano

  Ezio Galiano nasce a Catanzaro il 18 Giugno 1923, da Fausto e da Rosa Rubino.

  A diciotto anni, a causa di una neurite ottica retrobulbare, perde la vista nell'arco di pochi mesi.

  Stanco di sentirsi ripetere, dai luminari dell'oculistica, a Napoli, a Roma, a Firenze, nell'Italia lacerata dalla guerra, l'irrevocabile sentenza, converte gli studi scientifici in quelli umanistici e consegue, nel liceo P. Galluppi di Catanzaro, la maturità classica, indispensabile allora, per poter proseguire gli studi nella Facoltà di Filosofia.

  Si laurea, con la lode, presso l'Università di Messina, l'1 luglio 1947, discutendo su I concetti di Nazione e di Costituzione in Vincenzo Cuoco, relatore il chiarissimo prof. Eugenio Duprè Theseider che lo avrebbe voluto con sé a Bologna.

  Conseguita l'abilitazione, dal 1949 al 1953, insegna Storia e Filosofia nel liceo scientifico L. Siciliani della sua città e successivamente, in seguito alla vincita del relativo concorso, gli viene assegnata la cattedra nel liceo classico P. Galluppi di Catanzaro.

  Dal 1972, incaricato della presidenza, dirige il liceo scientifico E. Fermi di Catanzaro, e poi il liceo scientifico A. Einstein, la cui presidenza gli viene assegnata per effetto della vincita del pubblico concorso per la dirigenza scolastica.

  Inizia così la sua avventura di primo preside cieco di ruolo in un liceo statale italiano per vedenti e conclude la sua carriera, nel 1993, come preside del P. Galluppi, il liceo della sua giovinezza e del suo ventennale lavoro di docente.

  Coinvolto dall'handicap nell'azione sociale a favore della categoria dei non vedenti, fonda nel 1949 la Sezione Provinciale catanzarese dell'Unione Italiana Ciechi e, successivamente, da Presidente regionale per la Calabria della stessa associazione, collabora attivamente, per un decennio, senza lasciare il suo lavoro, con il Presidente nazionale dell'Unione, il quale gli affida la tutela dei diritti dei ciechi italiani da inserire nel mondo del lavoro.

  Assolve questa responsabilità proponendo, tra le altre, le norme, che il Parlamento Italiano trasforma in legge, per facilitare l'ingresso dei laureati ciechi nel mondo della scuola e consentire loro la precedenza nella scelta della sede di lavoro.

  Partecipa alla vita civile della sua città come consigliere comunale dal 1952 al 1956, e della sua regione, promuovendo l'istituzione del Centro Regionale per l'Autonomia del Non Vedente di cui resta presidente per un decennio.

  Nella giovinezza, con La Goccia, (in cui rimpiange il breve arco di luce percorso dal suo essere chiuso), con Il Ponte (che sente fraterno gigante, curvo sul fiume, che ascolta solo parole di acqua corrente) e con Castelli (sogni sospesi con fili di luce nell'aria, che ad uno ad uno cadranno, come cadono dalle dita i granelli di sabbia quando il sole asciuga le mani) vince il Premio di Poesia Città di Catanzaro.

  Negli ultimi anni della sua presidenza chiede, agli ex studenti che nelle aule del liceo P. Galluppi si sono arricchiti di umanità e poi quell'umanità, esaltata dalle doti della loro personalità, hanno irradiato ed irradiano, nell'esercizio della loro professione, entro e fuori Catanzaro, i loro ricordi di giovinezza e di scuola e li pubblica nel volume Vecchio Galluppi - Un Liceo, una Città Rubbettino Editore - 1991) con la dichiarata fiducia che quei modelli di vita e di professionalità potranno illuminare di speranza gli angusti spazi che i tempi lasciano alle prospettive di lavoro dei ragazzi di oggi.

  Da sempre interessato alla ricerca di strumenti che consentano ai ciechi una completa autonomia nella vita e nel lavoro, nel 1986 entra nel mondo dell'informatica e successivamente collabora, quale tester, al progetto del Consiglio Nazionale delle Ricerche per il perfezionamento del programma di gestione della prima sintesi vocale con fonemi in italiano per personal computer (Difon).

  Ezio Galiano ha vissuto fino alla sera del sabato 3 aprile 2010 spegnendosi serenamente fra le braccia della moglie, Mimma Lo Guzzo, e dei loro quattro figli: Rossella, Evi, Fausto e Glene.

Fine testo. Numero scelte 3.

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