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Eugenio Galiano L'iris blu, 1954
Eugenio Galiano, L'iris blu, 1954

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La Fondazione sui media

La Gazzetta del Sud
sabato 27 febbraio 1999
articolo di: Emanuela Gemelli

Un servizio reso ai non vedenti del mondo intero.
La Fondazione Galiano è all'avanguardia in questo sforzo di diffusione delle opportunità culturali.


I contatti, dal mese di giugno 97 ad oggi, sono stati quasi 200.000.

I prelievi, negli ultimi 30 giorni, sono stati oltre 72.000, e di questi, singolare circostanza, ben 10.650 sono stati effettuati dalla città di Padova.

I numeri, che chiaramente sono in continuo aggiornamento, fotografano con chiarezza la dimensione di un servizio che è diventato un fenomeno per le proporzioni raggiunte.

Si tratta del sito internet aperto nel 1997 dalla Fondazione Ezio Galiano che offre un servizio di lettura elettronica di giornali e libri per i non vedenti.

Forse neppure lui, Ezio Galiano, personalità di spicco della cultura catanzarese, non vedente, promotore della Fondazione e di tutto il resto, quando ha deciso di investire tutto il suo tempo di preside in pensione in questa iniziativa, non immaginava che la cosa sarebbe arrivata a questo punto, ed invece così è stato.

Di fatto, ogni notte, da Catanzaro parte alla volta di Padova, Milano, Roma, delle metropoli culturali ed economiche italiane insomma, un bagaglio enorme di informazioni, parole, scritte e lette da una voce sintetica. Per una volta la Calabria non è affatto ultima.

Peccato che ad accorgersene, tra quelli che al preside potrebbero dare una mano, continuano ad essere in pochi e di fatto, l'unico supporto di cui ha goduto la Fondazione, è stato un contributo di 20 milioni di lire erogati tempo fa dal Comune per contribuire a pagare la bolletta del telefono.

Il servizio della Fondazione, che di fatto potrebbe assumere proporzioni ancora più grandi vista la richiesta, resta invece affidato solo ed esclusivamente, alla buona volontà del preside Galiano che dall'alto della sua decennale esperienza di capo d'istituto, ha finito di inglobare nella sua impresa una intera famiglia: moglie, figli e nipotini compresi.

Ezio Galiano, professore di filosofia prima, preside poi, cieco da quando aveva 18 anni, ha un grande cruccio, un'amarezza che non cela affatto: Il sito, l'attività della Fondazione, spiega, potrebbero non solo costituire un un servizio fantastico per i non vedenti ma assicurare anche lavoro per la città, per la Calabria, lavoro qualificato, tecnologicamente e culturalmente elevato.

Nel suo computer personale il preside possiede 10.000 testi che nel corso degli anni, da quando la tecnologia glielo ha permesso, pazientemente ha passato allo scanner per far tradurre alla macchina, in suoni, quei segni che per i non vedenti non significano nulla.

Dei 10.000 libri solo 3.000 sono stati per ora traslati nel sito della Fondazione e sono a disposizione dei non vedenti.

Il lavoro da fare è lungo, e il preside, di fatto, può contare sulla sola collaborazione della moglie, compagna e complice di una vita.

Ma perchè Ezio Galiano, un cieco che nella sua esistenza è riuscito a realizzare, professionalmente ed umanamente, molto più di tanti che vivono nella luce, ha deciso di continuare a combattere, oggi, in vecchiaia, forse la più faticosa delle sue battaglie?

L'iniziativa della Fondazione, spiega muovendosi con incredibile padronanza tra cavi, monitor, mouse e tastiere, è nata dal mio bisogno di pagare ai ciechi di oggi e di domani un debito. Il debito che il diciottenne, prosegue, quando era stato tentato di barattare con il nulla la vita che gli sembrava frantumanta per sempre in giorni chiusi nel buio e senza domani, aveva contratto con i ciechi che, da Luois Braille ad Augusto Romagnoli, avevano saputo aprire, anche per lui, le vie dell'istruzione, gli spazi del sapere e la prospettiva di un dignitoso lavoro su cui fondare la famiglia.

Quel debito, conclude Ezio Galiano, contratto con i grandi ciechi del passato, ho voluto, in vecchiezza, pagarlo istituendo la Fondazione. E l'obiettivo lo ha centrato in pieno.

Lo testimonia senza ombra di dubbio la lettera di Mirek Krejci, studente ventiseienne, cieco, iscritto alla facoltà di letteratura italiana dell'università di Praga.

Anche lui, notturno visitatore del sito della Fondazione Ezio Galiano: Avendo già un pò sperimentato e gustato il massimo beneficio che Lei offre nelle sue pagine, scrive lo studente di Praga in una lettera inviata al preside Galiano, la ringrazio affettuosamente.

La lettera prosegue poi con una frase che probabilmente ripaga il presidente della Fondazione di tutte le fatiche e le notti trascorse insonni per scannerizzare giornali e libri: Grazie al vostro servizio, aggiunge lo studente, è possibile documentarsi su libri ed altri scritti in maniera quasi identica ai normovedenti.

Mentre la voce del sintetizzatore scandisce le parole del giovane Mirek, Galiano ha l'espressione di un uomo soddisfatto, arrivato, che sa di aver vissuto la sua vita fino in fondo non solo per se o per la sua famiglia ma anche per gli altri, tutti gli altri, fino ad arrivare alla lontana Praga.

Un'altra lettera, poi, giunta via internet, spiega un piccolo mistero del successo del sito nella città di Padova dalla quale, nell'ultimo mese, sono stati effettuati 12.000 prelievi, tutti notturni, tutti ad intervalli di una manciata di secondi l'uno dall'altro, chiaro segno, spiega Galiano, che si sono attrezzati tecnologicamente per fare l'operazione nel minor tempo possibile e dunque programmano le richieste con una specie di timer.

La lettera in questione arriva addirittura dal Dipartimento di Matematica pura ed applicata dell'ateneo di Padova, ed è firmata da uno dei più illustri ed acclarati docenti di informatica, Giuliano Artico, autore, fra l'altro della prima sintesi vocale mai realizzata.

Il luminare, non solo si complimenta con il preside Galiano per l'organizzazione del sito, (del quale, scrive, ci stiamo da tempo servendo) ma andando ben al di là, invia ad Ezio Galiano un nuovo programma da lui ideato per facilitare la lettura dei giornali, e al preside catanzarese, chiede un giudizio.

Il riconoscimento è di quelli che dovrebbero fare emozionare, ma Galiano non si lascia prendere, è molto molto più contento e soddisfatto che non solo l'universita' di Padova ma anche la scuola per ciechi che ha sede nella stessa città stia usufruendo del suo servizio.

Scorrendo la lista di quanti hanno prelevato testi dalla biblioteca della Fondazione, con piacere si accorge che probabilmente il passa parola tra i navigatori delle università è entrato in funzione e tra i mittenti si individuano sempre più spesso le città di Firenze, Milano e Roma che si collegano anche attraverso i nodi internet delle università del Sacro Cuore e della Cattolica.

Galiano il suo successo personale, professionale e umano l'ha ottenuto.

La sua città, invece, ancora aspetta di svegliarsi dal torpore che la avvolge per rendersi conto di cosa le stia capitando attraverso le mani di un vecchio preside che l'ha fatta viaggiare alla velocità della luce verso una dimensione in cui lettere e suoni si fondono, e l'uomo, col suo bisogno di sapere, diventa cittadino del mondo, sia esso di Catanzaro, di Padova, Milano o Praga, ed abbia oppure no gli occhi accesi sul sole.

Il preside Galiano, il suo impegno, assunto quando era poco più di un ragazzo, lo ha portato a compimento.

Adesso però spetta agli altri, a chi governa, capire che non si tratta più soltanto del sogno di un cieco o della illusione di un vecchio. Duecentomila contatti ad un sito internet significano una realtà concreta che non si può continuare ad ignorare, fingendo di dormire.