Fondazione Ezio Galiano
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La Repubblica
Mercoledì, 22 Novembre 2000
pagina 32
Libri "on line" per ciechi: gli editori bloccano il sito
La letteratura in Braille è scarsa, si era rimediato con Internet
di Michele Smargiassi
BOLOGNA - E' come se centinaia di biblioteche fossero bruciate in pochi minuti.
E' bastata una diffida a nome delle maggiori case editrici italiane, e dalla sera alla mattina un migliaio di non vedenti hanno trovato i loro scaffali deserti. Niente Calvino, niente Faulkner, Parise o Bevilacqua. Più nulla da leggere, se non quelle trenta righe dal linguaggio avvocatesco e dal tono rude che parlano di "attività illecita" e intimano l'altolà : ciechi o vedenti, è vietato leggere a sbafo.
La lettera è affissa da due giorni sulla bacheca elettronica dell'Istituto Cavazza di Bologna, ultracentenario istituto d'istruzione per ciechi, oggi all'avanguardia nell'utilizzo di strumenti
informatici.
E' appesa là, sulla pagina del sito dove da un paio d'anni i non vedenti di tutta Italia potevano scegliere fra circa 1.300 libri di narrativa e saggistica, scannerizzati e trasformati in testi elettronici grazie al lavoro volontario di un gruppo di detenuti ex Br del carcere di Opera; per poi leggerli con l'aiuto di un paio di strumenti elettronici speciali: il traduttore Braille o il traduttore vocale.
"Una biblioteca ancora ridicola rispetto a quelle per vedenti", spiega Mario Barbuto, ex allievo e ora direttore del Cavazza, "ma immensa a paragone di quella disponibile col Braille su carta".
Una rivoluzione nella comunità virtuale insospettabilmente attivissima dei non-vedenti italiani. Nel giro di pochi mesi, la sala di lettura virtuale del Cavazza è diventata il ritrovo di centinaia di iscritti entusiasti.
Fino a tre giorni fa. Quando al Cavazza (e anche alla Fondazione Ezio Galiano di Catanzaro, che offre un servizio analogo) è arrivata la diffida dell'avvocato milanese Paolo Guido Beduschi, per conto di una nutrita schiera di editori (Mondadori, Rizzoli, gruppo Longanesi) decisi a difendere i loro interessi a suon di copyright.
"La riproduzione di testi, anche in forma elettronica, è una grave ed evidente violazione". Seguono citazioni di leggi e decreti, minacce di "sanzioni penali" e di risarcimenti, a meno che il Cavazza
non provveda "entro tre giorni" a cancellare dai propri hard disk i testi abusivamente riprodotti.
Un fulmine nel mondo piccolo e appassionato dei "lettori con le dita". Guai a chi "tocca" Hemingway? S'infiammano le mailing-list, la protesta sale al cielo: Diktat odioso; i ciechi non hanno alternative.
Non vogliamo leggere a sbafo, ma a cosa ci serve comperare un libro stampato? Fino a quando gli editori non ci venderanno il dischetto col testo, mettere in Internet i libri è per noi l'unico modo di leggerli".
Ribattono gli editori: non è vero, in commercio esistono decine di Cd-Rom coi testi di migliaia di opere. "Sbagliato", controbatte Barbuto, "quei dischetti sono inaccessibili ai ciechi perchè li si può sfogliare solo col mouse".
Il Cavazza convoca il consiglio d'istituto per studiare contromisure. E gli editori innestano la marcia indietro: "Non vogliamo togliervi i libri, ma sul vostro sito anche i vedenti possono leggere i nostri libri senza pagare". Non è del tutto vero: per accedere alla biblioteca del Cavazza bisogna iscriversi, dichiarare di essere non vedenti e ricevere una password. Certo, si può barare,
ma sono stringhe di testo in formato Ascii, per leggerle con gli occhi bisogna scaricarle, formattarle, stamparle. Costa più tempo e denaro che comperare un tascabile".
Il guaio è che qualcuno si è preso la briga di farlo, e di rivendere il risultato. Un sito commerciale, denunciano gli editori, offre la possibilità di scaricare a pagamento decine di testi coperti da copyright; e quei testi, dicono di avere scoperto dopo un'indagine specialistica, sono attinti proprio dal sito del Cavazza. "C'è chi lucra sulla vostra buona fede". "Ma per colpire
loro, perchè volete togliere i libri a noi?".
E' il pomeriggio di ieri quando, dopo le scintille, gli editori offrono un ramo d'ulivo: "Possiamo autorizzarvi a tenere i testi, ma voi dovete costruire un sito più sicuro, accessibile soltanto a non-vedenti certificati". Un incontro viene fissato per lunedì. "Ma non cantiamo ancora vittoria. E comunque - commenta il preside del Cavazza - gli editori hanno l'aria di farci una concessione. Non capiscono che leggere è un nostro diritto, un diritto che finora ci siamo conquistato da soli. Il tono di quella lettera dimostrava un'insensibilità deprimente da parte di operatori della cultura".
"Vi aiuteremo", promettono gli editori pentiti. Ma per ora quella strana biblioteca che si può leggere anche al buio è desolatamente vuota.
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